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Le nostre opere buone fanno luce.

Mt 17,1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
«Il suo volto brillò come il sole». “Quando un’anima decide veramente di vivere sull’Alto Monte di Cristo, - ovvero nella piena imitazione di Gesù - le sue opere buone non possono più restare nascoste davanti agli uomini (cfr. Mt 5,14), perché (differenziandosi dall’agire di questa terra), esse sono […] luce per l’intelletto del mondo”. (cfr. Fra Volantino Verde, «Luce che vuole nascere nel nostro cuore», in SLC, p. 130G). Ed ancora, a proposito di fare luce con le nostre opere buone, così dice sant’Antonio di Padova: «Chi si dedica al celeste ufficio della predicazione […] tanto più facilmente trascina i fedeli a diventare migliori, quanto più parla dall’alto con l’esempio della sua vita». (Antonio di Padova, Sermoni, IV Domenica di Avvento, n. 1).

Suor Stella Maria, psgm

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