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La "visitazione" inizia da casa


Spesso, quando nel S. Rosario meditiamo il mistero della Visitazione, noi piccoli frati e piccole suore pensiamo subito alla carità che ha spinto Maria ad andare in fretta dalla cugina Elisabetta per portare il suo aiuto fisico e spirituale.

In questo particolare momento della storia, però, si potrebbe facilmente pensare: «sì, beh, Maria non aveva il coronavirus da affrontare... come dovrei vivere questo mistero adesso che il mondo è in quarantena?» Sr. Clara ha recentemente condiviso un pensiero che aiuta a rispondere a questa domanda molto bene: possiamo seguire l'esempio di Maria non solo nell'uscire dalle nostre case, ma anche nell'uscire da noi stessi – per cercare di capire un'altra persona, per incontrare gli altri nelle particolari situazioni in cui si trovano o nell'essere comprensivi e compassionevoli anche (e soprattutto) quando non ci viene naturale. E il messaggio che ci fa capire quanto il nostro aiuto può essere necessario non ha bisogno di arrivare sfolgorante sulle ali di un Arcangelo; infatti, ogni volta che notiamo che qualcun'altro è "giù", o irritabile, o alle prese con qualche tentazione, abbiamo già ricevuto l'annuncio che forse possiamo "visitare" quella persona in qualche modo.

"Il desiderio di vicinanza a Cristo – scrive Papa Francesco – ci impone di avvicinarci ai nostri fratelli e sorelle" (Misericordia et misera, 16) – di essere disposti ad avvicinarsi spiritualmente anche (e soprattutto) a coloro che potremmo sentire come “messi in quarantena” da troppo tempo.. Donare Cristo gli uni agli altri è un evento che inizia da casa!

E oggi Dio, chi ti ha invitato a "visitare"?


Sr. EMJ

 
 
 

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